È lunedì mattina presto quando salutiamo Altemir, oggi siamo diretti da Macapà a Cayenne. Prendiamo un taxi abusivo che per 5,00 R$ ci porta da Santana a Macapà, poi un bus urbano per il terminal rodoviaria.
Una premessa è d’obbligo: già nella giornata di domenica avevamo provato a lasciare il Brasile, ma senza successo. Nel fine settimana è difficile trovare un pickup libero che ti porti al confine.
Quando scendiamo dal bus, vediamo subito un gran movimento di 4×4 fuori nel parcheggio dalla stazione degli autobus.
Luca: bene bene, oggi si parte!
Roberta: speriamo!
Oiapoque! Oiapogue! Oiapoque! (grida un uomo dalla carnagione olivastra)
Luca: Si! Siamo i turisti da spennare. Dobbiamo andare a Oiapoque, ha 2 posti?
Si! 300R$ cada uno! (esclama l’uomo)
Luca: con quella cifra ci vado e torno con la mano sinistra legata al piede destro!
Al max ti do 200 R$ per persona!
Muito bom! Esperar aqui!
Aspettiamo al bar, mentre facciamo colazione con un succo di cocco ed una fetta di torta, quando finalmente altre due persone si uniscono a noi, una coppia di ragazzi francesi, emigrata in Guyana per fare i professori di musica, adesso possiamo proprio partire.
La Partenza
La macchina è completa. Alle 10:00, dopo circa due ore d’attesa alla rodoviaria di Macapà, possiamo finalmente lasciare la città che ci ha tenuto in ostaggio per una notte in più.
Facciamo la classica sosta dal benzinaio, prima di questa ne avevamo fatta un’altra, non tanto classica: 30 minuti per cambiare le pastiglie dei freni!
Il nostro “motorista” (cioè autista in portoghese) è un ragazzo semplice, di 30 anni con due figli. È molto astuto e intelligente, anche quando ha guidato in maniera spericolata, non abbiamo mai rischiato!
Il Viaggio
La prima parte del viaggio è molto tranquillo. È solamente un sali e scendi continuo, poche curve ed un panorama monotono: tanto verde, alternato da tanta pioggia e da tanto sole.
Il bello del viaggio, inizia quando la strada asfaltata lascia lo spazio al fango e allo sterrato.
Qui tenetevi forte, è un continuo botta a destra, botta a sinistra, dossi, salita, un ponte, sembra di rivivere le scene del film “Indiana Jones”.
Il problema non sono tanto le buche o le pozze che il motorista cerca di evitare, ma il fango. Io non ho mai visto un fango così spesso e denso, sembra di guidare sulla neve.
Il tratto peggiore che percorriamo è sicuramente quello in cui stanno costruendo un ponte. Qui il passaggio è a senso unico alternato ed il fango la fa da padrona. Per fortuna che c’era una gru che operava come una seggiovia per i camion ed i bus impantanati nel fango.
Abbiamo perso circa 2 ore abbondanti di viaggio, perché anche il nostro 4WD non riusciva a muoversi, abbiamo dovuto aspettare che la gru, creasse un sentiero battuto.
Quando superiamo questo ostacolo, ci dirigiamo velocemente verso Oiapoque, ma ormai è sera, sono le 21:00.
L’Arrivo a Oiapoque
Ringraziamo la coppia francese, i quali ci avrebbero ospitato a casa loro in Guyana, ma noi dobbiamo aspettare il giorno seguente per avere il timbro sul passaporto.
Decidiamo di cercare un hotel, ma il nostro autista ci consiglia l’Hotel Chama, perché anche lui è diretto li. La stanza è bella, confortevole, pulita e con il bagno in camera, anche il prezzo è vantaggioso: 50 R$ per una notte (circa 15€) per la stanza, accettiamo. L’unico difetto è il Wi-Fi, non funziona da nessuna parte, in più non c’è nessuna colazione.
Il passaggio di frontiera
Al mattino seguente usciamo presto, prendiamo i nostri zaini e ci dirigiamo all’ufficio immigrazione brasiliana. Essendo presto ci concediamo una buona colazione con succo di melone, tapioca di formaggio e prosciutto.
Alle 8:00, quando aprono gli uffici c’è poca gente che attende fuori dal cancello. Insieme a noi c’è anche una famiglia francese che ha finito le vacanze e sta tornando a Cayenne.
Meno male che quella capra di mia moglie sa anche parlare il francese, perché inspiegabilmente riesce a rimediare un passaggio in macchina fino alla capitale.
Prendiamo i nostri passaporti con un sorriso 32 denti, abbiamo “tecnicamente” lasciato il Brasile e ci dirigiamo verso il porto, dove ci attende la famiglia.
Cambiamo al mercato nero i nostri ultimi Real in Euro e saliamo tutti insieme sulla piroga, in direzione St.George de de Oyapock.
Attenzione: anche se siete in territorio francese, e quindi europeo, avrete lo stesso bisogno del timbro di entrata e uscita dal paese, per questo vi rimando a questo post.
Mentre il papà va a prendere la sua automobile, io e Roberta ci dirigiamo all’ufficio immigrazione della Guyana Francese, anche qui le formalità doganali sono un aspetto puramente burocratico, non c’è nessun controllo! Quando torniamo dalla nostra famigliola, il papà ha già caricato i nostri zaini sull’automobile e ci aspettava con il motore rombante. Saliamo e dopo 190 km di pura noia, solo foresta ed un solo ponte arriviamo a Cayenne.
L’Arrivo a Cayenne
Siamo riusciti a farci lasciare nella piazza centrale, da qui ci arrangiamo da soli, salutiamo tutta la famiglia e li ringraziamo ancora per il passaggio che ci hanno dato.
La prima cosa che facciamo quando arriviamo in una città o in un paese, è metterci subito in contatto con il nostro host, nel nostro caso era una ragazza di Airbnb.
È mezzo giorno, andiamo alla ricerca di una connessione internet, ci fermiamo prima in un bar, dove prendiamo due caffè a 2€ l’uno (capiamo subito che la Guyana non è per niente economica) il Wi-Fi del bar non è funzionante, allora ci mettiamo alla ricerca di un internet point. Qui con 2€/ora ci riusciamo a mettere in contatto con la nostra host, che ci manda subito suo marito a prenderci.
Quando Michel, ci porta a casa sua, rimaniamo sbalorditi dalla casa. È tutta nuova: un letto grande, una cucina ben accessoriata, un doccia grande con l’acqua calda, la TV e infine internet.
Adesso siamo proprio soddisfatti, dopo circa tre settimane di couchsurfing, possiamo riposarci in questo splendido appartamento, festeggiare con una buona bottiglia di vino rosso ed esclamare anche noi la frase: abbiamo viaggiato dal Brasile alla Francia senza attraversare l’Oceano!