Per tutte le mattine che siamo stati qui, non ha mai piovuto. Invece oggi che dobbiamo viaggiare da St.Laurent du Maroni a Paramaribo cade una bella pioggia torrenziale?
Non che la cosa ci preoccupi più di tanto, ma proprio adesso doveva piovere?
Rifacciamo la nostra camera (si far per dire), avevamo un materasso per terra nell’area comune dell’ospedale. I dottori stanno ancora dormendo, ne approfittiamo per lasciargli due bottiglie di vino con tanto di lettera di ringraziamento.
E’ sabato mattina, molto presto, il mercato non è ancora operante e i negozi sono ancora tutti chiusi, l’unica cosa aperta è una boulangeire, ne approfittiamo per mangiarci un buon croissant caldo e fare una pausa sotto una tettoia per ripararci dalla pioggia.
La camminata per fortuna che ci aspetta è corta, sono solo 15 minuti a piedi dall’ospedale all’imbarco e dall’ufficio immigrazione.
Le Frontiere
Appena arriviamo al porto, veniamo subito presi d’assalto da un ragazzo che ci vuole portare con la sua piroga fino ad Albina.
Gli diciamo di aspettare un attimo, dobbiamo prima fare il timbro d’uscita francese (attenzione che qui controllano anche la tourist card o la visa del Suriname), ma nel frattempo gli chiediamo quanto costa.
Per attraversare il fiume Maroni e quindi per passare dalla French Guiana al Suriname, ci sono solo due metodi: o con il traghetto statale al costo di 4,10€ p/p oppure con le piroghe al costo variabile.
Noi gli diciamo che va bene, ma possiamo offrirgli solamente 5,00€ per entrambi, lui all’inizio è un po’ titubante, borbotta qualche parola in taki taki e poi in francese dice di accettare e di aspettare qui, che va cercare altre persone.
Alla fine sulla bagnarola siamo in quattro, più un’intera famiglia brasiliana senza i passaporti dei bambini.
Per nostra fortuna il viaggio è corto, sono solamente 10 minuti di barca, perché la pioggia e l’umidità non rendono così piacevole la traversata.
Arrivati ad Albina, ci aspettano le classiche formalità doganale, cioè compilare il formulario con nome, cognome, numero di passaporto etc.
Davanti a noi, c’è poca gente solo due ragazze francesi e la famiglia brasiliana, ma che in un batter d’occhio sparisce dagli uffici dell’immigrazione, sale in macchina e se ne va via! Boh…
“Tutto molto legale in questo paese” esclama Roberta.
Quando è il nostro turno, l’impiegato ci mette il timbro sul passaporto, valida la tourist card e ci dice: welcome in Suriname!
Il Viaggio
Mentre fuori continua a diluviare, anche qui in Suriname è stagione di pioggia, lo stesso ragazzo della piroga, ci domanda se abbiamo bisogna di un taxi per Paramaribo.
Roberta: certo che abbiamo bisogno di un taxi, ma quanto costa?
Il ragazzo: 50€ a persona!
Roberta: aspetto che traduco all’altra capra
Luca: Che cosa? 100€? A quella cifra, me la faccio con una gamba saltellando!
Il ragazzo: Quanto volete pagare?
Luca: digli 30€ per entrambi, altrimenti ci vado a piedi…
Roberta, da buona interprete di francese, traduce e il ragazzo accetta.
Proprio fuori dall’ufficio immigrazione c’è un taxi pronto a partire con due persone a bordo. Neanche il tempo di mettere via i passaporti che ci ritroviamo sui sedili posteriori del nostro taxi (ovviamente abusivo).
Il panorama fuori dal finestrino è molto simile a quello della Guayana Francese, tanta giungla e poi qualche villaggio con le capanne tradizionali in paglia e legno.
L’Arrivo a Paramaribo
Poco prima di arrivare al grande ponte di Paramaribo, ci fermiamo a gonfiare una ruota probabilmente bucata e a cambiare del denaro. Un altro passeggero ci ha detto che qui è molto conveniente rispetto ad altri posti. In effetti riusciamo a fare un cambio molto buono 1€ = 3,80SRD, quando al cambio ufficiale l’euro è poco meno di 3,60SRD.
Da qui alla nostra guesthouse, ormai c’è molto poco, nel frattempo ha smesso di piovere, mettiamo via i kway e gli chiediamo all’autista se ci può lasciare al n° 31 di Prinsessestraat, alla “Fanna GuestHouse”, dove il 97 giorno di viaggio ha termine!…