Da Ipiales a Quito, vuole anche dire dalla Colombia all’Ecuador. Per chi viaggia in Sud America, il problema maggiore è sempre quello di attraversare le frontiere. Non sai mai se sono sicure o meno.

Infatti il confine tra Colombia ed Ecuador, è una zona ad alto rischio, le cause sono sempre le stesse: bande di delinquenti e traffico di droga.
Per raggiungere il posto di confine, abbiamo deciso di prendere un taxi collettivo (1.700$ COP p/p, sulla base di 4 passeggeri). Non abbiamo dovuto aspettare molto perché c’erano già due persone sedute sui sedili posteriori.

Le due frontiere

La corsa del taxi termina a Rumichaca, l’ultimo paese colombiano. Qui sbrighiamo in un attimo le formalità d’uscita dalla Colombia. A dire il vero non c’era nessuno davanti a noi, quindi ne abbiamo approfittiamo per cambiare i pesos colombiani.
Nota: potete cambiare i vostri pesos colombiani qui dai bagarini o ai change money ufficiali che ci sono sempre sulla strada. Ma ve lo sconsigliamo, il tasso è sfavorevole e la truffa è sempre in agguato. La soluzione migliore è cambiarli a Ipiales dai bagarini di Plaza la Pola.

Ufficio immigrazione di Rumichaca

Ufficio immigrazione di Rumichaca

Ponte di confine tra Colombia e Ecuador

Ponte di confine tra Colombia e Ecuador

Una volta fatto il tutto, possiamo finalmente attraversare a piedi il mitico ponte sul Rio Chiquito, il quale unisce i due paesi.
Subito dopo aver superato il ponte, sulla destra, c’è l’ufficio immigrazione dell’Ecuador. Compiliamo il classico modulo d’ingresso e ci mettiamo in coda per ottenere il visto. In pochi istanti ci ritroviamo con un bel timbro sul passaporto dell’Ecuador, valido per 90 giorni.
Wowwwww! Siamo in Ecuador… È sempre un’emozione avere un nuovo timbro sul passaporto.

Le #2caprenelmondo in Ecuador

Le #2caprenelmondo in Ecuador

Ci spogliamo dell’antipioggia e ci lasciamo solamente la felpa (attenti che in questa zona il clima, cambia costantemente in pochi attimi). Usciamo fuori dove ci sono i taxi ecuadoriani di colore giallo (1,00$USD p/p su base di 4 persone), siamo nuovamente in tre, perché con noi c’è lo stesso ragazzo di Ipiales dell’andata.
Il taxi ci lascia direttamente dentro l’autostazione dei bus di Tulcan, qui scendiamo e contrattiamo il prezzo con il nostro autista per farci portare al “Cementerio de Tulcan”.

Il Cementerio de Tulcan

In tutto per 5,00$ USD riusciamo a farci anche ad accompagnare al Cimitero, a farci attendere mentre facciamo due foto e a riportarci nuovamente al terminal dei bus

Così come una buona giornata produce un dolce sonno, così una vita ben vissuta causa una dolce morte

Così come una buona giornata produce un dolce sonno, così una vita ben vissuta causa una dolce morte

Sculture verdi del Cementerio Tulcan

Sculture verdi del Cementerio Tulcan

Sculture in cipresso del Cementerio Tulcan

Sculture in cipresso del Cementerio Tulcan

Non vi preoccupate per il bus, partono ogni 15 minuti da Tulcan per Quito, ci sono varie compagnie che effettuano la corsa allo stesso prezzo di 6,10$ USD (fermano al Terminal Norte, se volete scendere a quello Sud, dovete pagare un dollaro in più).
Noi prendiamo quello delle 10:00, si riempie velocemente, non solo di passeggeri, ma anche di venditori ambulanti, che vendono qualsiasi cosa, da orologi a profumi, dall’acqua ai succhi di frutta, dalle pillole per depurare l’acqua alla frittata, insomma c’è un bel via vai di persone sopra il bus.
Tutto sembra calmarsi, quando al posto di blocco della polizia ecuadoriana, salgono sul bus, i poliziotti dell’antidroga. Gli unici che vengono fatti scendere siamo noi e un signore di Calì, ma le formalità prevedono solo il controllo del passaporto.
Qui la domanda sporge spontanea: nell’era del controllo globale, dove i ragazzi ingoiano ovuli di cocaina da portare nei paesi occidentali, ma come cazzo si fa’ che su due dogane, non ci sia stato neanche un cane antidroga o un metal-detector? È normale che in nessuno di questi paesi venga fatto un controllo serio?

Il Viaggio

Quando il bus riparte, sono le 10:30, saliamo velocemente di quota, tutto il viaggio è tra i 2700 m e 3200mslm, lo scenario fuori dal finestrino è come sempre fantastico.
La prima impressione rispetto alla Colombia e che ci siano meno curve sulla strada, molti più lavori in corso e molti più strapiombi.
Ma la cosa bella è che sembra di volare. I 3000 mslm si notano abbastanza bene, tant’è che quando arriviamo verso Quito, riusciamo a scorgere dal finestrino l’aeroporto internazionale ed un aereo atterrare. La cosa buffa è che non ha ancora tirato fuori i carrelli, ma si trovo sotto di noi.

L’Arrivo

Arrivati al Terminal Norte di Quito verso le 16:00, decidiamo di non scendere e proseguire verso Sud, dove a metà strada fra i due abbiamo appuntamento con dei nostri amici.
Scendiamo in un punto non definito dell’autostrada, dove non c’è assolutamente nulla, siamo ancora fuori dalla città. Chiediamo informazioni ad una gentile signora, la quale ci indica il bus per raggiungere Quito. Con 0,25$ USD a testa, raggiungiamo centro cittadino e finalmente alle 18:30 incontriamo Javi.