Per il viaggio da Loja a Piura abbiamo optato per un bus diurno e non notturno come siamo abituati di solito. La frontiera di Macarà tra Ecuador e Perù non è la tre più raccomandate! La scelta è ricaduta sul bus diretto della Loja International.
Il biglietto è relativamente economico, 14$ USD p/p. Sono circa 9 ore di viaggio e i bus partono alle 6:00, alle 07:00, alle 23:00 e alle 24:00.
Il Viaggio
Partiamo puntuali alle 07:00. Sul bus ci siamo noi, i famigliari degli autisti e qualche altro locale che viaggia verso il Perù. Anche l’autostazione non è affollata, gli unici a popolarla sono i pellegrini della Vergine che aspettano i bus per ritornare a casa.
Siamo molto stanchi, il giorno prima ci abbiamo dato con il vino e il Cuy e adesso sembriamo degli zombie, quindi ne approfittiamo per dormire.
Dopo un’ora di viaggio, ci fermiamo a Catamayo, un’altra città importante per la religione cristiana. È da qui che parte la Vergine con i fedeli al seguito per Loja.
Stiamo fermi per circa 30 minuti, noi ancora stanchi e prese dai fumi dell’alcool, preferiamo non fare colazione e di scendere dal bus solamente per comprare un rotolo di carta igienica (dobbiamo finire qualche dollaro in moneta).
Forse è una fortuna che tutti e due dormiamo, perché la strada è piena di curve.
Dopo altre tre ore di viaggio o forse più, finalmente arriviamo a Macarà: la città di frontiera.
Il bus si ferma all’interno della sua agenzia, scendiamo e scopriamo che oltre ad un caldo torrido, qui non c’è nulla!
La sala d’aspetto e la biglietteria sono la stessa cosa: in legno, piccole e trasandate. Una leggera aria arriva dal soffitto dove è posizionato un piccolo ventilatore, i bagni se pur puliti, non hanno l’acqua corrente. Bisogna riempire il secchiello con la pompa d’acqua che c’è fuori!
In tutto facciamo una sosta di circa 30 minuti per pranzare, ma noi da veri viaggiatori consumiamo solo un semplice gelato e una buona Coca Cola ghiacciata.
Se volete cambiare i dollari statunitensi, fatelo qui al mercato di Macarà, perché dopo non ci sono cambi, nemmeno in nero!
La Frontiera Ecuador/Perù
La frontiera è proprio vicino, infatti quando ripartiamo, per salutare definitivamente l’Ecuador, dopo qualche minuto ci fermiamo di nuovo. Qui ci facciamo timbrare l’uscita nel passaporto dai funzionari ecuadoriani, attraversiamo a piedi con i nostri zainetti il ponte internazionale, che collega i due paesi, (l’altro zaino è rimasto nella stiva del bus) e subito sul lato sinistro c’è l’ufficio immigrazioni del Perù.
Possiamo confermare che il posto di frontiera è squallido, tant’è che gli uffici di entrambe le nazioni, sono alloggiate all’interno di dei container. Non ci sono controlli doganali e neanche cambio monete, ma solamente tanti punti di ristoro.
Sia in uscita che in entrata, non abbiamo mai fatto code, abbiamo compilato solamente il classico foglietto dell’immigrazione. L’unica cosa strana è che l’impiegato ci ha chiesto quanto ci fermavamo in Perù, noi abbiamo risposto 60 giorni e lui ci ha validato il visto per 60 giorni e non 90 come negli altri paesi.
Comunque dopo circa un’ora e mezza sotto il sole cocente, ripartiamo, lasciandoci alle spalle l’Ecuador e davanti a noi solamente il deserto…