Prima di raccontarvi del viaggio da Ica a Nazca, vi vogliamo raccontare una bella esperienza di couchsurfing!
Queste due persone che vedete nella foto seguente, sono gli zii della nostra couch. Che cosa hanno di particolare?
Ebbene questa coppia in meno di dieci anni ha subito un’alluvione e un terremoto. La loro casa è stata distrutta per ben due volte, ma da soli, senza l’aiuto delle autorità, sono riusciti a ricostruirla. Non sappiamo quante altre persone siano capace di fare come loro!
Dopo aver fatto una buona colazione a base di pane, cipolla e olive nere, prendiamo i nostri zaini e ci mettiamo a camminare verso il terminal.
Il Viaggio
Arrivati al piccolo termina di Ica, facciamo subito i biglietti del bus, sempre con la stessa compagnia con cui abbiamo viaggiato da Lima a Ica, cioè la Soyuz, il costo è di 11 PEN p/p.
Neanche il tempo di posare gli zaini nella stiva, che il bus parte. Sono le 9:30 è abbiamo avuto molta fortuna a non attendere troppo.
Saliamo, ci disponiamo nei nostri posti (forse un po’ più stretti del solito, tanto che io non riesco persino a sedermi e le mie ginocchia toccano il sedile davanti a me) subito dopo ci controllano il biglietto.
Sul bus, fa molto caldo, d’altronde stiamo passando una zona molto arida e desertica, siamo diretti a Nazca.
Per la strada ogni tanto sale un funzionario della nostra compagnia di trasporti, che compila un foglio vicino al conducente, poi passa a controllare tutti i biglietti dei passeggeri e questo si ripete per una decina di volte almeno, per un viaggio che in tutto dura 2,5 ore, immaginate quante volte abbiamo mostrato il biglietto.
Abbastanza singolare come fatto, tanto quanto il camion che abbiamo davanti a noi e che procede a passo di lumaca creando una coda senza senso.
Arrivati a Palpa, un piccolo villaggio vicino a Nasca, effettuiamo la prima sosta, qui scende solo una persona e ne salgono solamente altre quattro, ovviamente tutti locali. Gli unici turisti che salgono sul bus sono quelli che aspettano il bus sulla Panamericana, all’altezza del Mirador, diretti a Nazca.
Proprio qui in questo punto la strada taglia alcune linee e sempre qui è stato costruito una torre in acciaio, la quale serve per vedere le linee dall’alto.
L’Arrivo
Finalmente siamo a Nazca. Il caldo è soffocante e i cacciatori di albergo ci assillano con le loro offerte. Ovviamente all’inizio evitiamo, anche se ci siamo abituati a loro e dopo qualche decina di metri incontriamo una signora, la quale ci propone una stanza.
Decidiamo di vederla e così in compagnia di suo figlio, ci rechiamo in questo piccolo ostello, sulla via principale a pochi passi dalla piazza centrale.
La stanza è pulita, con il bagno privato, acqua calda e Wi-Fi, accettiamo, contrattiamo sul prezzo e alla fine spuntiamo il prezzo di 15 PEN per persona.
Per oggi va bene così, siamo arrivati a destinazione!