Ci dispiace proprio lasciare questo ostello, ma oggi dobbiamo andare da Sucre a Potosì. Più che un ostello, sembrava un luogo di ritrovo per comunità hippy. Si stava proprio bene, c’era una bell’atmosfera.

Era piccolo, ma accogliente: c’erano bambini che giocavano nel cortile, motociclisti giramondo che riparavano le moto, una famiglia svizzera in viaggio con il proprio furgone e quasi ogni sera si condividevano le storie dei viaggi. Insomma c’erano proprio tutti gli elementi di questa fantastica comunità, mancavano solo il falò e la chitarra…

Cortile del nostro ostello a Sucre

Cortile del nostro ostello a Sucre

La Partenza

Questa mattina l’aria è molto fresca, quando ci incamminiamo per l’autostazione il cielo è coperto, per questo motivo decidiamo di farcela a piedi, non dovremmo sudare molto!
La strada è in salita, un po’ faticosa, ma vogliamo risparmiare denaro per il taxi di Potosì, visto che lì, il terminal è molto distante dal centro.

Come sempre fuori dal terminal ci sono i jinteros che ti assalgono, ognuno con la sua destinazione: Tupiza, Villano, La Paz e Potosì. Chiediamo quanto costa il biglietto, ci rispondo che per Potosì è 20 BOB p/p.

Noi sappiamo benissimo che il prezzo è 15 BOB p/p, infatti dopo un’estenuante contrattazione, la ragazza cede. Il problema è che il bus non parte prima delle 9:30 e noi non abbiamo voglia di aspettare ancora più di un ora fuori al freddo!

Entriamo al terminal e andiamo direttamente alle partenze, Roberta va a pagare la tassa d’imbarco (a Sucre costa 2,50 BOB p/p) mentre io cerco il primo bus in partenza.
Per fortuna c’è ne uno che parte subito (per modo di dire, perché in Sud America la fretta non esiste), alle 8:30. La signorina mi da il biglietto con i posti a sedere, siamo in fondo, leggo anche il prezzo 40 BOB per entrambi. Gli dico che è troppo, ma niente la ragazza non vuole scendere ed io non ho voglia di litigare per 1€, ma sappiate che in Bolivia è così: il prezzo non è mai quello giusto!

Bus da Sucre a Potosì

Bus da Sucre a Potosì

Il Viaggio

Alla fine partiamo con i classici dieci minuti di ritardo, il bus è quasi pieno, siamo come sempre gli unici turisti. Il bus è nuovo, pulito e i finestrini si chiudono regolarmente, sembra strano ma è così.
A sporcare il bus ci pensa una bambina davanti a noi, che continua a vomitare. Mentre la madre cerca di aiutarla con una busta, il padre è imperterrito a masticare foglie di coca seduto per terra.

Paesaggio visto dal finestrino

Paesaggio visto dal finestrino

Il viaggio è breve, in tutto dura circa 3 ore. L’unica fermata che facciamo nel percorso è in un piccolo paesino di montagna.

L’Arrivo

Quando arriviamo a Potosì, si respira un’altra aria, anzi non si respira proprio, inoltre lo smog è soffocante.

Il bus si ferma vicino alla vecchia autostazione di Potosì, più vicina al centro. Ma noi decidiamo di proseguire verso quella nuova, per cercare informazioni sulla nostra prossima meta.

Il nuovo terminal, sembra una cattedrale nel deserto. Le biglietterie si trovano al piano superiore e sotto ci sono partenze e arrivi. Siccome siamo lontani dal centro, quando usciamo, decidiamo di prendere un taxi e spendere una follia, ma fuori ci sono solo due taxi vuoti e senza il conducente. Quando optiamo per andare in strada e scopriamo che ci sono anche i minibus diretti al centro. Chiediamo ad una signora quale dobbiamo prendere e quanto costa.

Gentilmente la signora ci indica il bus giusto, paghiamo la corsa con tre monete da 1 BOB e in circa mezz’ora raggiungiamo il centro cittadino.
Per oggi siamo arrivati, ci fermiamo qui a Potosì, la città dei minatori, trovando sistemazione in un bella topaia…