Il viaggio da Santiago a Hanga Roa, non è un volo qualsiasi, perché è allo stesso tempo, la fine e l’inizio di un capitolo. Non sappiamo, se è stato più emozionante alzarsi alle 5:30 del mattino per lasciare definitivamente il Sud America, oppure prendere l’aereo per Rapa Nui.
È stata una fortuna enorme per noi, trascorrere questi ultimi giorni a casa di Erick e Christian. Sono due splendidi ragazzi che abbiamo conosciuto proprio il primo giorno di viaggio in Sud America, cioè ben 262 giorni fa. Sono stati veramente gentile nei nostri confronti, con loro abbiamo capito cosa vuol dire la parola ospitalità latina.
Alle 6:00, cioè quando prendiamo la metro, Santiago è ancora deserta e buia, abbiamo la possibilità di sederci comodi e gustarci questo ultimo viaggio in metropolitana.
Oggi abbiamo particolarmente fortuna: appena entrati nella metropolitana ecco che passa il treno. Stessa cosa si ripete quando arriviamo al terminal dei bus, neanche il tempo di fare i biglietti (1600 CLP p/p) che subito l’autobus mette in moto e parte.
Il Viaggio
L’aeroporto di Santiago è un po’ incasinato, anche se non c’è tanta gente. Decidiamo di fare il check-in attraverso le macchinette elettroniche, così successivamente consegniamo solamente i bagagli al banco accettazione.
Quando stampiamo le carte d’imbarco, scopriamo di avere i posti separati ed essere in fondo all’aereo.
I controlli sono blandi, forse perché si tratta di un volo nazionale, con noi, abbiamo tanti viveri, abbiamo fatto la scorta di pasta, pane e dolciumi vari. Compriamo solamente il vino al duty free, perché sappiamo che nell’isola tutto è caro!
All’imbarco ci sono tutte le nazionalità del mondo, principalmente sono europei e sud americani, ma di italiani neanche l’ombra.
L’aereo è nuovo, nuovissimo, è un bel Boeing 787-9 Dreamliner. Ci sistemiamo nei nostri rispettivi posti, siamo entrambi nell’ultima fila del velivolo, ma io sono sul lato destro e Roberta sul lato sinistro.
Per fortuna che una signora accetta la nostra proposta di cambiare il posto, così ci possiamo riaccomodare vicino. Devo dire che gli ultimi due posti in fondo non sono niente male, io mi metto a giocare con i finestrini, sono fichissimi, perché non hanno le tendine, ma il vetro che si oscura automaticamente al tocco di un tasto touch-sensitive.
Il viaggio dura 6 ora circa, ci danno solo una blanda colazione, ma tutto sommato queste ore volano in fretta! Quando il capitano avverte all’equipaggio di prepararsi alla manovra d’atterraggio, io guardo fuori dal finestrino e subito sento la pelle d’oca. Vedere l’Isola di Pasqua è per me un’emozione unica, vista dall’aereo è veramente piccola, ma presenta un forte fascino.
L’Arrivo
Quando atterriamo, sono quasi le due del pomeriggio, fuori è nuvoloso, fa molto caldo, forse non eravamo più abituati a questo caldo tropicale, ma comunque siamo felici come una Pasqua!
Ad aspettarci nella sala degli arrivi, c’è il proprietario del nostro campeggio, che inaspettatamente, ci fa una bella sorpresa: ci mette al collo una bella collana di fiori polinesiani, una cosa che non ci aspettavamo minimamente, ma che ci riempi di gioia…
Per oggi siamo arrivati, ci fermiamo in questa splendida isola, magica e mistica, un po’ da cappellaio matto!