Questa volta siamo diretti da Santa Clara a Camaguey. Per fortuna casa nostra è in posizione strategica a due passi dal centro, vicino al monumento di Che Guevara e al terminal dei bus. Tutti questi spostamenti sono fattibilissimi a piedi, una vera manna per due camminatori come noi.
Per non perderci neanche un attimo ed evitare la calca turistica, ci svegliamo presto per andare a vedere la Statua di Che Guevara con il bimbo in braccio e il Mausoleo.
Diciamo che per visitare entrambi i siti non ci vuole molto tempo. Infatti, verso mezzo giorno, stiamo già salutando la famiglia Robinson (i proprietari della nostra casa) Lei è veramente uguale a Clair e il marito è la fotocopia di Cliff.
Prima però ci facciamo prenotare una casa particulare per Camaguey. La signora Cler ci ha proposto una casa di una sua amica nel centro di Camaguey, allo stesso prezzo di questa: 15 CUC a notte. Noi accettiamo e lei telefona per riservarci la stanza e ci avvisa, che un ragazzo verrà a prenderci al terminal dei bus.
La Partenza
Prendiamo i nostri zaini e sotto un sole cocente ci mettiamo in cammino verso la stazione dei bus. Come sempre facciamo pranzo in una caffetteria a base di pizza al tegamino e refresco.
È una costante qui a Cuba mangiare queste pizzette, forse perché il prezzo è irrisorio: 10 CUP, l’equivalente di 0,41 CUC, cioè 0,40€.
Arriviamo all’autostazione in anticipo, facciamo i biglietti, 15 CUC p/p al box office di Viazul.
Se c’è una cosa a Cuba che può piacere o meno, è che ci sono milioni di sfumature di colore della pelle, ma guarda caso oggi siamo solo bianchi o neri.
Perfino l’italiano davanti a noi è di carnagione nera, mentre l’inglese affianco è bianchissimo! Anche il clima è bianco nero, al pomeriggio tardi dal bianco diventa nero, per poi piovere a catinelle.
Il Viaggio
Partiamo puntuali alle 14:30, anche se a dire il vero sul biglietto c’è scritto 14:00, ma l’autista ribadisce le 14:30. Il bus non è del tutto pieno, forse perché viaggiamo in bassa stagione o forse perché Camaguey non è una meta turistica.
La prima ora è un MUST per entrambi dormire, neanche il tempo di disporci nei sedili, che già dormiamo, come se fossimo nelle brandine dell’asilo dopo pranzo.
Il viaggio scorre in gran parte sull’Autopista Nacional A1, questa volta la percorriamo tutta, fino alla fine, proprio dove termina nel paese di Taguasco. Da qui in poi è tutta strada ad una corsia per senso di marcia.
La campagna della provincia di Camaguey, si alterna a piccoli villaggi rurali, a campi di ananas e canna da zucchero, allevamenti di vacche e pecore e per finire all’alternanza con il bianco del sole e il nero della pioggia.
L’Arrivo
Arrivati a Camaguey puntuali alle 19:00, ne approfittiamo per fare i biglietti del prossimo viaggio, quando usciamo sentiamo urlare il nome: Roberta!
È il ragazzo che guida la bici-taxi, mandato a prenderci dalla casa particulare. Questo mezzo di trasporto (più comunemente chiamato risciò) è una bici a tre ruote adibita al trasporto di persone, con annesso bagagliaio per le valigie. Il risciò ci mancava ancora alla nostra lista dei mezzi di trasporto!
Questo ragazzo molto volenteroso, spinge la sua bici con noi sopra ed i nostri zaini per circa due chilometri, fin sotto la nostra prossima dimora.
Citofoniamo, ed ecco affacciarsi sul balcone una signora non molto anziana, la quale urla nuovamente: Roberta bienvenida!
Ma io dico, il citofono per cosa l’hanno inventato a fare? Questa signora mi ricorda mia madre, con l’unica differenza, che lei urla dal 5° piano!