Una delle mie tante passioni, mentre sono in viaggio, è sicuramente quella del cibo, con tutte le sue sfumature…
Se viaggiare e cucinare sono un’arte, mangiare lo è ancora di più. Nonostante io non sappia preparare neanche un uovo fritto e non sento il desiderio d’imparare, apprezzo moltissimo le persone che si dedicano con anima e corpo a quest’attività.
Fin da piccola amavo mangiare, assaggiare cibi diversi, provare nuovi ristoranti, credo che l’arte culinaria sia uno dei pochi aspetti che mette d’accordo un po’ tutti nel mondo!.
Ovviamente, anche quando viaggio, mi piace provare cibi e bevande locali; adoro lo street food, il così detto cibo venduto nelle bancarelle da strada: frittelle, panini, frullati di frutta fresca, etc.
Per fortuna sia in Asia che in Sud America si possono assaggiare moltissimi piatti diversi.
Infatti, in questo viaggio intorno al mondo, mi sono lanciata ad assaggiare diversi cibi locali, sicuramente quello più particolare sono le “formiche culone” in Colombia, dal sapore terriccio, una vera squisitezza!
Invece il piatto che ho apprezzato maggiormente in questo lungo viaggio è il “poisson cru”, cioè pesce crudo, della Polinesia, marinato in diversi modi, delicato e saporito. Ovviamente il pesce, in Polinesia, è il piatto principale ed è consumato perfino a colazione accompagnato con il caffè latte!
In America Latina eravamo affezionati al “almuerzito”, il menu fisso del pranzo, una zuppa e un piatto principale, di solito riso bianco con carne o pesce. Alla fine questo piatto mi aveva veramente stufato, ma era economico e ci permetteva di fare un pasto al giorno e mantenere il low-budget.
Sicuramente dell’America Latina ricordo con piacere la frutta esotica brasiliana, il ceviche peruviano ed il famosissimo Acai brasiliano, un ottimo succo energetico che si ricava da delle bacche rosse che si trovano nella foresta dell’Amazonia.
Dopo aver lasciato le prelibatezze del Sud America, in Nuova Zelanda e Australia, non ho voluto provare la buonissima cucina anglosassone, cioè fish and chips, ma sono tornata alla buonissima pasta al sugo, l’unica eccezione e spinta culinaria, l’ho provata con la carne di kangaroo e di coccodrillo.
D’altronde un onnivoro non poteva farsi scappare questa occasione…!
In Asia abbiamo mangiato soprattutto riso con carne, pesce o verdure e i famigerati noodles, simili ai nostri spaghetti, sempre accompagnati o da carne, pesce o verdure. Dall’Indonesia alla Cambogia, dal Vietnam alla Thailandia, il menù era principalmente sempre lo stesso, con alcune piccole varianti.
Per fortuna abbiamo trovato delle ottime baguette in Cambogia e in Laos, che ci hanno fatto ricordare il nostro pane e poi il fantastico “pad thai”.
Anche in Asia la frutta esotica era squisita e ogni giorno, la sosta alle bancarelle per bere un buonissimo frullato di frutta fresca, era diventato un must!
L’impatto con la cucina piccante invece è iniziato a Timor Est per proseguire in Indonesia, ma il suo culmine è sicuramente in India, dove qualsiasi alimento ha un retrogusto piccante e speziato. Il mio stomaco ringrazia i buonissimi “thali indiani”, consumati nelle bancarelle per strada o nei tipici ristoranti!
Il mio stomaco ha retto abbastanza durante il viaggio, (grazie anche ai vaccini suggeriti dal medico) che mi hanno permesso di mangiare in qualsiasi luogo, senza badare all’igiene. Solo in Perù e in Nepal sono stata davvero male e vi assicuro che ricorderò sempre le soste in bagno e i rotoli di carta igienica utilizzata!
Comunque bisogna ammettere che dopo due anni di viaggio, il cibo italiano ti manca moltissimo, in nessun altro paese al mondo, abbiamo trovato la sua varietà e la sua qualità. Infatti, grazie al diverso modo di combinare gli ingredienti e di cucinarli, la cucina italiana è forse la più apprezzata in tutto il mondo!