Visitare la DMZ significa entrare in un mondo sospeso fra due realtà: una zona apparentemente neutra, ma carica di tensioni, storia e speranze di riconciliazione. Il tour non è solo un’attrazione turistica, ma un’esperienza intensa che racconta la divisione della penisola coreana e invita a riflettere su pace, memoria e futuro.
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Cenni Storici: perché esiste la DMZ
La Korean Demilitarized Zone (DMZ) è una striscia lunga circa 250 km e larga 4 km, istituita nel 1953 con l’Accordo di Armistizio che pose fine alle ostilità della Guerra di Corea.
Essa separa ufficialmente la Corea del Nord e la Corea del Sud, fungendo da zona cuscinetto fra eserciti. Nonostante il termine “demilitarizzata”, è una delle frontiere più militarizzate al mondo, con postazioni, mine, posti di guardia e alta vigilanza su entrambi i lati.
Nel corso degli anni, la DMZ è diventata anche un simbolo: simbolo della divisione irreversibile, ma anche della speranza di riunificazione. È incredibile come un’area così apparentemente desolata custodisca storia, natura e tensioni a ogni passo.
Il Nostro Tour nella DMZ: tappa per tappa
Abbiamo prenotato tramite Booking un’escursione alla DMZ (Zona Demilitarizzata), situata al confine con la Corea del Nord. Il tour include le tappe più iconiche, che raccontano la guerra, la divisione e l’umanità che rimane al di sopra dei confini.
1. Gamaksan Chulleong Bridge
Il tour inizia dal Gamaksan Chulleong Bridge, un ponte sospeso rosso di circa 150 metri che attraversa una valle fino ad una altezza di circa 10 metri. Oltre a offrire panorami spettacolari, il ponte è considerato come simbolo della pace e della connessione, una struttura che “sospende” il passaggio in mezzo alla natura e alla storia delle due Coree.
2. Imjingak Peace Park
Ci spostiamo al Imjingak Peace Park, situato vicino al fiume Imjin, nella provincia di Paju. Il parco fu creato nel 1972 per offrire un luogo di consolazione a chi, a causa della divisione, non poteva tornare nella propria città natale.
Al parco ci sono vari monumenti dedicati alla guerra, memoriali e simboli della reunion familiare, in particolare:
-il Ponte della Libertà, utilizzato in passato dai prigionieri di guerra e soldati che rientravano dal Nord, è uno dei simboli del ricongiungimento;
–la vecchia locomotiva rimasta come testimonianza della linea ferroviaria che un tempo collegava il paese da Nord a Sud.
3. Dora Observatory: Oltre il Confine
Dal Dora Observatory, collocato sulla cima del monte Dorasan (Paju), è possibile osservare, grazie a postazioni con binocoli, alcune aree del territorio nordcoreano.
Tra i punti visibili spicca il villaggio Kijong-dong, spesso chiamato “villaggio propaganda” della Corea del Nord, con edifici che hanno luci sempre accese per dare l’apparenza di una vita animata e la città di Kaesong, più altre aree agricole nordcoreane possono essere visibili durante le giornate limpide.Il villaggio Daeseong-dong, parte meridionale della DMZ, dove alcune famiglie sudcoreane vivono ancora, sotto particolari restrizioni.
In passato si vedevano megafoni puntati verso il Nord per trasmettere musica K-pop e messaggi propagandistici, ma oggi questa pratica è meno frequente. Il villaggio Kijong-dong ha edifici specchianti con luci accese di notte, ma secondo fonti è quasi completamente disabitato o simbolico.
Il nuovo osservatorio ha anche aree interne, caffetteria e spazio per il pubblico, accanto a un teatro che illustra la storia della zona.
4. Il Terzo Tunnel: segreti sotterranei
La tappa più emozionante è la discesa nel Terzo Tunnel d’Infiltrazione, scoperto nel 1978. È uno dei quattro tunnel noti che la Corea del Nord scavate con lo scopo di infiltrarsi in territorio sudcoreano.
Ecco alcuni numeri impressionanti:
Lunghezza: circa 1.635 metri
Altezza e larghezza: circa 2 metri ciascuna
È stato stimato che potesse consentire il passaggio di 30.000 uomini all’ora, con armi leggere.
Durante la visita: è obbligatorio indossare un casco protettivo e lasciare telefoni e fotocamere in deposito.
Il percorso discende in pendenza e poi risale: è fisicamente impegnativo, soprattutto la risalita. Molte guide avvertono che chi ha problemi di mobilità potrebbe trovare difficile la parte finale.
La parte finale è bloccata da barriere in cemento che impediscono di passare fino al confine vero e proprio.
Informazioni Utili
I tour della DMZ durano generalmente 6–8 ore partendo da Seoul.
Alcuni tour arrivano a 9 ore se includono elementi extra come il ponte sospeso o visite aggiuntive.
Nei tunnel sotterranei e dal Dora Observatory è vietato scattare fotografie .
L’accesso al JSA (Joint Security Area, Panmunjom) è temporaneamente sospeso per motivi di sicurezza (dal 2023) e non è incluso nei tour standard.
E’ necessario avere il passaporto con se.
Di norma non sono inclusi pasti e bevande, ma a fine tour è previsto un pranzo a buffet a cifre irrisorie.
Perché fare il tour della DMZ?
Perché è un’esperienza emotiva e riflessiva: non è un parco tematico, ma un confine reale carico di storie umane.
Perché puoi osservare la Corea del Nord dal vivo, non tramite schermi o reportage.
Perché camminare nel Terzo Tunnel è un gesto potente: scoprire quello che fu progettato per invadere, ma ora è aperto ai visitatori.
Perché il paesaggio e i monumenti attorno alla DMZ sono una combinazione unica di memoria, natura e geopolitica.
Perché, dopo il tour, un dolce Bingsu ti aiuta a digerire non solo il cibo, ma le emozioni vissute.
Se mai programmerai il tuo viaggio in Corea del Sud, non saltare la DMZ: è una meta che lascia il segno, fa riflettere e arricchisce ogni itinerario con un frammento della storia contemporanea della penisola coreana.
La DMZ è anche un’area di enorme valore naturalistico: grazie alla sua quasi completa assenza di interventi umani, ospita specie rare e habitat preservati.







