Chiang Rai è anche un’ottima base di partenza per un’escursione in scooter al Triangolo d’Oro. Questa è la zona del Mekong in cui confinano la Thailandia, il Laos e il Myanmar.
Si può raggiungere con i bus della Greenbus, tramite un tour organizzato (1.000 THB a persona) oppure noleggiando uno scooter al prezzo di 200 THB al giorno!
La distanza tra Chiang Rai e Sop Ruak, il paesino in cui il fiume Mae Sai si getta nel Mekong, è di circa 70 km, un bel tour panoramico in mezzo alla campagna tailandese. Vi consigliamo vivamente, di noleggiare uno scooter in buone condizioni, la cilindrata minima deve essere 125cc! Per fortuna la strada è molto larga e ben tenuta e non abbiamo mai trovato traffico, anzi in certi momenti eravamo addirittura soli!
Il paesaggio, subito dopo Chiang Rai, è caratterizzato da campi coltivati, risaie, piccoli villaggi con case in legno e palafitte. Le montagne, avvolte dalla foschia, rendono lo scenario ancora più emozionante. Ovviamente nel percorso si osservano vari templi buddisti, ma anche moschee e qualche chiesa.
Quando ci avviciniamo verso il Triangolo d’Oro, ci sono vari check point della polizia, d’altronde siamo quasi al confine, ma noi non siamo mai stati fermati.
L’espressione Triangolo d’Oro, in realtà si riferisce a un’area ben più grande tra Thailandia, Myanmar e Laos, di cui l’attività principale era la produzione e il commercio dell’oppio.
Attualmente, grazie all’intervento e agli incentivi dei governi locali – in special modo quello thailandese – e alle forti pressioni dell’ONU, le popolazioni dell’area hanno potuto intraprendere da alcuni decenni una lenta opera di riconversione agricola e dedicarsi a coltivazioni legali, quali quella del caffè.
La redditizia produzione d’oppio resta tuttavia diffusa ancora oggi, in alcune aeree del Myanmar e del Laos. Infatti in alcuni villaggi di montagna si continua a coltivare il papavero da cui viene ricavato l’oppio.
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CASA DELL’OPPIO
Appena arrivati, siamo andati a visitare la Casa dell’Oppio, costo dell’entrata 50 THB p/p (comprende una cartolina in omaggio), qui viene illustrata la storia dell’oppio, le sue origini e la coltivazione del papavero.
Inoltre si osservano vari strumenti utilizzati per fumare l’oppio, tra cui le pipe e i comodi cuscini dove sdraiarsi. In un’altra zona del museo, viene raccontato i vari effetti che provoca l’oppio sulla salute e le pene inflitte in Thailandia, per chi lo coltiva o lo trasporta.
Nel piano superiore si trovano alcune splendide fotografie delle donne giraffa, una tribù di donne birmane, scappate dalla dittatura e rifugiate in Thailandia, che utilizzano anelli per allungare il collo.
Dopo il museo, andiamo a fare le classiche fotografie di rito davanti alla scritta Triangolo d’Oro, ammirando lo splendido panorama sul Menkong. Da qui partono anche le barche che attraverso il confine verso il Laos oppure si possono prendere le longtail boat per fare un giro sul Mekong.
PHRA CHIANG SAEN SI PHAENDIN E WAT PRATHAT PUKHAO
Nelle vicinanze del porto, hanno realizzato un grande Buddha, il Phra Chiang Saen Si Phaendin che è stato costruito su una piattaforma a forma di barca. Dall’altra parte della strada si trovano alcuni ristoranti e varie bancarelle.
Salendo le scale che si trovano vicino alla Casa dell’Oppio, si raggiunge il tempio Wat Prathat Pukhao. Uno splendido tempio in cui si gode di un bellissimo panorama, migliore di quello sulla strada.
Dopo raggiungiamo la Hall of Opium, un museo e un centro di ricerca su questa sostanza. Il prezzo del biglietto è di circa 200 THB p/p, decidiamo quindi di saltarlo. Troppo caro per le nostre tasche.
GROTTE DI MAE SAI
Proseguendo in scooter, raggiungiamo le grotte che si trovano vicino a Mae Sai. Si affacciano su uno splendido lago, dove alcuni bimbi si divertivano a fare il bagno. Per raggiungere la grotta, bisogna attraversare un ponte traballante in legno e osservare dei simpatici pesci gatto.
L’altra grotta è quella di Tham Pum-Tham Pla, dove si trova un tempio, simpatiche scimmie, un lago con moltissimi pesci e una piccola gabbia dove si osservano tre coccodrilli, un po’ sacrificati.
Abbiamo visitato in parte la grotta, solo la zona che era illuminata e abbiamo ammirato splendide stalagmiti e alcune statue del Buddha. Le scimmie girano fra i turisti in cerca di cibo e sono abbastanza aggressive, anche perché si continua a dare loro cibo non adatto.
PIANTAGIONI DI TE’
Tornando verso Chiang Rai, visitiamo la Choui Fong Tea Plantation, una enorme distesa di piante da te, ordinate e molto curate. Un luogo davvero incantevole dove riposarsi e degustare una tazza di te.
Presi dalla curiosità, abbiamo provato a visitare il villaggio delle “donne giraffa “, ma appena arrivati, un ragazzo con aria strafottente ci ha ordinato di pagare un biglietto di 300 THB a testa. Ci è sembrato davvero un prezzo esagerato, soprattutto visto che questi soldi non vanno alle donne, così ce ne siamo andati.