Abbiamo deciso di visitare il Salar de Uyuni partendo da Tupiza in un viaggio di 4 giorni. La durata complessiva del tour è più lungo se deciderete di partire da qui, perché si potrà vedere una parte che molti turisti saltano.

Isla Incahuasi, Salar de Uyuni

Isla Incahuasi, Salar de Uyuni

Abbiamo attraversato tutta la Riserva Naturale di Fauna Andina Eduardo Avaroa in jeep 4×4 nel mese di Ottobre, da est a ovest e da sud a nord, è stata un’esperienza meravigliosa, grazie anche ai nostri compagni di viaggio.

1° Giorno

Siamo partiti giovedì 15 alle 06.30 dal nostro ostello che ha organizzato l’escursione, in teoria dovevamo essere in quattro, ma in realtà siamo in 5: due ragazze svizzere e un ragazzo francese.

Avendo pagato il tour per quattro persone, decido di andare in segreteria a protestare e riesco a farmi ridare in dietro 100 BOB. Anche in questo caso la teoria di Luca sui boliviani non risulta totalmente sbagliata, sono furbi e cercano spesso di fregarti.

Il nostro 4x4: Toyota 4500 EFI

Il nostro 4×4: Toyota 4500 EFI

Partiamo verso Muyu Kaka, Ciudad del Encanto, ma prima ci fermiamo a fare una semplice colazione, organizzata dalla nostra cuoca che ci accompagnerà per tutto il tour. Il panorama è incredibile montagne, cactus e praticamente nessuno se non noi.
I ragazzi che sono con noi risultano essere molto simpatici e disponibili.

Arrivati alla Ciudad del Encanto, a quota 4000 mslm circa, lo spettacolo che si apre ai nostri occhi è unico, rocce di varie dimensioni e dai vari colori, tutti rigorosamente a punta sovrastano la zona e il cielo azzurro rende tutto più incredibile.
Consumiamo qui il nostro pranzo seduti davanti a questo spettacolo della natura.

La Ciudad del Encanto o Valle Incantata, nei dintorni di Tupiza

La Ciudad del Encanto o Valle Incantata, nei dintorni di Tupiza

Dopo pranzo continuiamo il nostro tour e passiamo per due villaggi, San Pablo e San Antonio, sperduti nel nulla, capanne di fango con tetti di paglia, lama liberi di passeggiare e pochissime persone.

Visitiamo le Ruinas Pueblo Fantasma, un villaggio di epoca spagnola totalmente distrutto. Qui è obbligatorio pagare il ticket d’ingresso di 15 BOB p/p.
La leggenda racconta che il diavolo mandò la peste sulla popolazione inca, (visto che loro non volevano convertirsi alla religione cristiana), il problema che la peste uccise anche gli spagnoli.
Questa zona precedentemente era ricca di oro e argento, infatti si può vedere ancora l’ingresso di una miniera.

L'ingresso alle rovine costa 15 BOB p/p a pedaggio obbligatorio

L’ingresso alle rovine costa 15 BOB p/p a pedaggio obbligatorio

Prima di dirigerci verso il villaggio di Quetena Chico (dove passeremo la prima notte), osserviamo le lagune Morejon e Celeste, davanti allo spettacolare vulcano Uturuncu.

Ma ora si presenta il primo problema del tour. Scopriamo che la nostra agenzia non ha prenotato nessun ostello e tutti quelli in cui ci presentiamo sono pieni!
Per fortuna, dopo vari tentativi, troviamo un ostello decisamente spartano, ma siamo davvero stanchi e il freddo si fa sentire, consumiamo la cena e andiamo a dormire.

2° Giorno

Ci svegliamo molto presto, per fortuna, grazie ai nostri sacco a pelo e la primavera che incombe, non abbiamo sofferto molto il freddo.
Fuori la temperatura è decisamente fredda e il villaggio sembra disabitato, solo qualche lama che bruca l’erba.
La nostra prima tappa è la Laguna Kollpa. Qui avviene l’estrazione di un minerale utile alla produzione di un detersivo naturale.

Il paesaggio cambia in base all’altitudine, muschio e rocce si alternano e rendono la vista incredibile. Riusciamo ad avvistare le vigogne, libere nel loro habitat.
Arriviamo alle Termas, a ben 4400 m di altitudine, una pozza naturale dalle acque caldissime, circa 40°C, circondata da un panorama mozzafiato.
Quando mai ci recapita di fare il bagno a questa altitudine? Il biglietto d’ingresso costa 6 BOB p/p e ci “tuffiamo” in questa acqua bollente davvero piacevole.

Le #2caprenelmondo alle termas, 4000 mslm

Le #2caprenelmondo alle termas, 4000 mslm

Dopo le terme ci dirigiamo in un luogo davvero magico: il Deserto di Dalì, rocce di varie forme e colori, posizionate una lontana dall’altra con lo sfondo le montagne colorate, sembrano veramente un’opera d’arte.

Deserto di Dalì

Deserto di Dalì

Quando arriviamo alla Laguna Blanca, si alza un forte vento e inizia a fare più freddo e ci spostiamo velocemente alla Laguna Verde. Purtroppo a causa del vento, non è di colore verde, ma più tende all’azzurro. Comunque rimane davvero un posto incredibile, anche grazie al Vulcano Licancabur che si vede sullo sfondo.

Laguna Verde

Laguna Verde

Dopo aver pranzato, ci dirigiamo nel luogo più incantevole della giornata, la Laguna Colorada, ma prima facciamo una deviazione al Gayser Sol de Manana, che più che un Gayser è una fumarola di vapore e zolfo, attenzione che qui si è a quasi 5000 mslm.
La Laguna Colorada è popolata da fenicotteri rosa o più comunemente chiamati flamengo. Il colore rosso dell’acqua è dato dalle alghe. I fenicotteri intenti a mangiare, scappano appena ci avviciniamo. È un luogo magico e misterioso, ci siamo solo noi ad osservare questa meraviglia della natura.

Geyser del Sol Manana a circa 5000 mslm

Geyser del Sol Manana a circa 5000 mslm

Fenicotteri Rosa, Laguna Colorada

Fenicotteri Rosa, Laguna Colorada

Ormai è pomeriggio inoltrato, ci dirigiamo verso Villamar, il piccolo villaggio che ci ospiterà per la notte. L’ostello è decisamente migliore di quello del giorno prima. Per festeggiare, decidiamo di bere due bottiglie di vino boliviano con i nostri nuovi amici.

3° Giorno

Anche stamattina, la sveglia è presto e dopo aver consumato la nostra colazione, ci rimettiamo in macchina per visitare vari “monumenti” di roccia.
Il primo che osserviamo è: la Coppa del Mondo una roccia che assomiglia parecchio alla coppa, il panorama tutta attorno è incredibile, rocce di colore rosso di varie forme si alternano a spazi immensi. Decidiamo di camminare in questa valle, l’autista ci recupererà all’altro monumento naturale: il Cammello.

Formazione geologica a forma di cammello

Formazione geologica a forma di cammello

Risaliamo in macchina per raggiungere “Italia Perdida“, un luogo circondato da rocce di varie forme. Viene così chiamata, perché i primi turisti che la visitarono furono due italiani che si persero. Uno di loro non trovò più la strada del ritorno e morì in questo luogo. Italia Perdida, qui due italiani in bicicletta si sono persi, ecco l’origine del nome!

Italia Perdida

Italia Perdida

Dopo ci spostiamo nella Valle de las Rocas, una zona solo di rocce rosse di varie grandezze, passeggiamo e le scaliamo per ammirare il panorama.
Per osservare la Laguna Negra, dobbiamo lasciare l’auto e raggiungerla a piedi, camminare sopra una distesa di muschio verde, piccoli rivoli di acqua e gruppi di lama che ci accompagnano in questo splendido cammino.

Laguna Negra, un luogo uscito da un racconto di una fiaba

Laguna Negra, un luogo uscito da un racconto di una fiaba

Ci siamo solo noi che camminiamo e dei piccoli conigli con coda da castoro, che si mimetizzano tra le rocce. Sono davvero bellissime queste viscaccie, ma che non riusciamo a fotografare.
Quando siamo arrivati alla laguna, lo spettacolo è davvero incredibile, l’acqua nera con alcuni specie di papere che sguazzano nell’acqua, uccelli bianchi e neri che volano e asinelli che si riposano.

Gli inconfondibili lama boliviani

Gli inconfondibili lama boliviani

Dopo la laguna ci dirigiamo verso il paese Chuvica, dove dormiremo per l’ultima notte.
Prima di arrivare a Chuvica, passiamo per un piccolo villaggio molto caratteristico San Augustin. Qui tra le casette colorate, regna un silenzio quasi spettrale.

Il nostro ostello è tutto costruito in sale, molto caratteristico. Oggi riusciamo a farci una doccia calda, al costo di 10 BOB. Poi consumiamo la nostra ultima cena, seduti su panche di sale, festeggiando con i nostri compagni di viaggio, questa incredibile avventura, con una buona bottiglia di vino e lasagne al forno.

Ostello di sale, zona di ristoro

Ostello di sale, zona di ristoro

4° Giorno

L’ultima notte la passiamo al caldo. Si vede che il sale con cui è costruito l’ostello, protegge dal vento e dal freddo. Ci svegliamo molto presto, alle 04:00, abbiamo deciso di assistere all’alba sull’Isla Incahuasi.
Alle 4.30 siamo già in marcia nel Salar de Uyuni, non c’è nessuno, solo il buio e il silenzio. Arriviamo all”isola per primi, (biglietto d’ingresso 30 BOB), ci arrampichiamo in fretta in mezzo ai vari cactus.

L’isola è abitata solo da cactus e alcuni cani. Sulla cima dell’isola, non c’è ancora nessuno e riusciamo a goderci l’alba in tranquillità. Dopo qualche minuto, iniziano ad arrivare i primi turisti. È davvero un’esperienza unica osservare il sole che, piano piano, cresce e colora il cielo.

Alba sull'Isla Incahuasi

Alba sull’Isla Incahuasi

Ritorniamo in macchina per attraversare il Salar e per scattare le classiche foto “loche”. È incredibile osservare questa distesa bianca. Bisogna indossare gli occhiali da sole per riuscire a non farsi abbagliare dal sole e dal bianco luccicante del sale.
Con l’auto ci dirigiamo verso Ojos de Sal, una pozza d’acqua bollente a forma d’occhio. In realtà non assomiglia affatto a un occhio e rimaniamo un po’ delusi da questa attrazione.

Le #2caprenlemondo, Salar de Uyuni

Le #2caprenlemondo, Salar de Uyuni

Dopo visitiamo il primo hotel di sale. Ormai chiuso per motivi ambientali è stato trasformato in una caffetteria con varie sculture in sale. Vicino si trova il Monumento Dakar, (la gara passa proprio da qui) e la Piazza delle Bandiere.

Le #2caprenelmondo, Monumento Dakar

Le #2caprenelmondo, Monumento Dakar

Piazza delle Bandiere

Piazza delle Bandiere

Arriviamo al primo paese confinante con il Salar: Colchani. Famoso proprio per la produzione di sale. Qui visitiamo un mercato di artigianato locale con i classici vestiti andini e alcune sculture di sale

Prima di arrivare al paese di Uyuni, ci dirigiamo verso l’ultima tappa: il cimitero dei treni. Questa è una grande delusione, qualche carrozza e locomotiva anni 30 arrugginita e sparsa qua e la, ma la cosa peggiore è il numero impressionante di turisti presenti.

Cimitero dei Treni, Uyuni Pueblo

Cimitero dei Treni, Uyuni Pueblo

La Fine del Tour

Dopo questa deplorevole visita, consumiamo il nostro ultimo pranzo tutti assieme.
Il nostro autista ci consegna un questionario da compilare sull’esperienza di questi giorni, una sorta di feedback.

Abbiamo valutato il lavoro dell’autista e della nostra “cocinera” in modo molto positivo, infatti tutto è filato liscio come l’olio!

È arrivato il momento di salutare i nostri compagni di viaggio e scambiarci gli indirizzi. Sicuramente è stato una bellissima esperienza e non solo per gli splendidi paesaggi, ma anche per la divertente compagnia.