Finalmente è arrivato il momento di visitare Uluru, una delle attrattive più importanti dell’Australia che accoglie ogni anno migliaia di turisti da tutto il mondo, inserito nel sito Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.
Siamo molto curiosi di capire perché una semplice roccia ricopra tanto fascino, vogliamo comprendere da più vicino questa montagna sacra della cultura aborigena!
Dopo aver visitato molti luoghi sacri nel Sud America: il Machu Picchu, l’Isla del Sol e Rapa Nui, non potevamo saltare in nessun modo una visita alla montagna sacra di Uluru. Per visitarlo ci siamo affidati a un tour di tre giorni che parte da Alice Spring, la città simbolo dell’Outback.
Nata come semplice stazione telegrafica, si è sviluppata negli anni, diventando il centro più importante del Red Centre. Qui abbiamo avuto il nostro secondo contatto con la civiltà aborigena, infatti è impossibile non vederli, sono ad ogni angolo delle strade.
Ma torniamo al racconto del nostro tour; abbiamo deciso di affidarci all’agenzia Mulga Adventures che collabora con l’ostello dove dormiamo ad Alice Springs.
I prezzi che ci hanno proposto sono molto competitivi, 370$ AUD p/p, tutto compreso, più l’acqua ed una notte gratis in ostello!
Contenuti
1° Giorno: Camel Farm, Erldunda e Monte Uluru
Il pulmino del tour arriva alle 6 del mattino, i nostri compagni di viaggio hanno età e nazionalità diverse e per nostra fortuna siamo in pochi.
Le due guide che ci accompagneranno in questi 3 giorni sono una ragazza ed un ragazzo australiano.
La prima fermata la facciamo nella Camel Farm, dove è compreso nel tour, un breve giro sui cammelli. Quindi, dopo aver provato a montare un cavallo in Bolivia, ora mi sperimento a salire su un cammello e devo ammettere che è stato molto divertente!
Dopo la cavalcata in cammello, facciamo un’altra breve sosta a Erldunda, qui si trova il centro geografico dell’Australia. Dopo la guida ci comunica che andremo a recuperare altre persone all’aeroporto di Yulara, la cittadina che si trova a pochi km dal Monte Uluru.
Così il nostro piccolo gruppo diventa ben numeroso, siamo in totale 24 persone, cioè al completo!
Ci dirigiamo direttamente nel campeggio che ci ospiterà per la notte seguente e proprio qui consumiamo il nostro primo pranzo: un sandwich a base di affettati!
Essendo un tour low-cost, tutti dobbiamo collaborare a preparare i pasti, lavare i piatti e a riordinare il necessario.
Le guide ci spiegano il programma di queste tre giornate, i trekking che andremo fare e come comportarsi con le elevate temperature: bere tanta acqua, per questo controllate sempre bene di avere abbastanza acqua con voi!
Dopo il pranzo entriamo finalmente nel Kata National Park (25$ AUD p/p, valido per 3 giorni, compreso nel prezzo del tour) e visitiamo il Centro Culturale dove espone un interessante mostra, tramite illustrazioni, video e didascalie, in tutte le lingue (italiano compreso), sulla Tjukurpa, insieme di legge, tradizioni e storia aborigena.
In particolare il Centro Culturale (all’interno non sono ammesse fotografie o video) vuole affermare la stretta collaborazione tra i ranger e gli aborigeni.
Dopo anni di lotta gli aborigeni son riusciti, in questa zona, a riottenere la terra in cambio però devono darla in concessione al Governo australiano per 99 anni e collaborare con i ranger.
Gli aborigeni, che vivono in questa terra ostile da anni, hanno spiegato come trovare l’acqua, come coltivare la terra e come relazionarsi con i vari animali selvaggi.
Oltre alla mostra si trovano gallerie di arte aborigena. Purtroppo abbiamo constatato che all’interno del Centro Culturale, oltre a non lavorare, non è presente nessun aborigeno.
Finalmente è arrivato il momento di osservare da vicino il Monte Uluru e bisogna ammettere che siamo emozionati.
Il primo momento in cui si intravede la montagna è davvero indimenticabile, un cumulo di roccia rossa che cambia colore in base al sole e alle stagioni, in mezzo al bush, è davvero uno spettacolo della natura.
Uluru è una parte rocciosa monolitica, che si innalza di 350 metri circa, ma sprofonda nel terreno per circa 7 km. La sua circonferenza è di 9 km con un’altitudine di 864 m s.l.m.
Da lontano le sue pareti sembrano lisce in realtà da vicino si possono osservare sorgenti, pozze e caverne. I minerali, come i feldspati, che la compongono, riflettono la luce del sole, facendone cambiare il colore, soprattutto durante l’alba e il tramonto, sicuramente i momenti piu significativi per osservare la montagna.
Uluru in aborigeno significa “strano”, il suo nome in inglese invece è Ayers Rock.
La nostra prima passeggiata: la Kuniya Walk (1 km andata e ritorno), arriva fino all’unica pozza di acqua naturale Multitjulu, dove secondo la tradizione abita il serpente ancestrale.
Qui si osservano alcuni splendidi siti di arte rupestre che vengono rinnovati dagli aborigeni e che rappresentano l’origine di Uluru. Non esiste un’univa versione sulla nascita di Uluru, ma secondo gli aborigeni, in particolare degli Anangu, che abitano in questa zona, questa forma rocciosa è sacra perché è una traccia dei viaggi e delle azioni di essere ancestrali, vissuti nell’epoca del sogno e mantengano per sempre l’essenza vitale di questi esseri.
Molte zone, tra cui pozze e caverne, vengono mantenute ancora segrete ai “piranypa”, cioè agli uomini bianchi! Inoltre diversi luoghi, lungo il perimetro di Uluru, non si possono visitare né fotografare, per la loro sacralità.
L’altro sentiero: il Mala Walk (2 km andata e ritorno) è ricco di siti di arte rupestre che raccontano i Mala, popolo lepre ed essere ancestrali di Anangu. Si arriva fino a Kantju Gorge, una parete di roccia che scende a picco, creandone un luogo molto tranquillo e magico.
Questo sentiero parte nello stesso punto in cui inizia la scalata del Monte Uluru.
Gli aborigeni hanno richiesto parecchie volte di vietare l’ascesa in cima, sia per la sacralità della montagna, sia per questioni di sicurezza.
Il Governo australiano non vuole vietare la salita solo per un problema economico, infatti molte persone, continuano a scalarlo e un divieto, secondo il governo, porterebbe drasticamente far diminuire la presenza dei turisti. Nonostante abbiano costruito un corrimano, le guide sconsigliano di farlo, anche perché le temperature elevate e il vento la rendono una scalata al quanto ardua!
Oggi la temperatura è di ben 40°C e molti sentieri e l’ascesa del monte sono chiusi per il troppo caldo.
Noi a prescindere dai divieti australiani avevamo deciso di non salire Uluru, per rispettare la volontà degli aborigeni.
Il sole incomincia a calare e ci dirigiamo verso il punto panoramico in cui si osserva meglio il tramonto su Uluru. Lo spettacolo è davvero splendido, la montagna si colora di arancione fino a diventare rosso intenso e infine nero, il tutto accompagnato da un bicchiere di champagne e stuzzichino, offerti dal tour.
Ormai è calato il buio e torniamo in campeggio per consumare la nostra cena: i burritos! Tempo di farci la doccia e preparare il nostro comodo “letto”: un materassino con sacco pelo, si perché nel tour è previsto di dormire sotto le stelle.
Infatti siamo davvero fortunati ci sono moltissime stelle che ci accompagneranno per la notte.
2° Giorno: Alba al Talnguru Nyakunytjaku, Kata Tjuta e Valle dei Venti
Questa mattina ci svegliamo molto presto, 4.30, per ammirare l’alba su Uluru.
Dopo colazione: cereali e pane tostato, ci dirigiamo verso il punto panoramico, Talnguru Nyakunytjaku, dove si osserva sia il monte Uluru che Kata Tjuta. Lo scenario è davvero bellissimo, forse ancora più emozionante del tramonto, perché vedere il sole colorare il cielo e nascere accanto a Uluru, è davvero fantastico!
I monti Kata Tjuta sono un gruppo di rocce a forma di cupola a distanza ravvicinata che formano gole e profonde vallate. Per gli aborigeni questo luogo è davvero importante, soprattutto per gli uomini, quindi è richiesto che i turisti seguano i sentieri tracciati.
Per la cultura aborigena il ruolo della donna e dell’uomo sono distinti e hanno compiti ben differenti. Inoltre sono i nonni coloro che rimandano le tradizioni ai bambini, non i genitori.
Per visitare il Kata Tjuta, in particolare la Valley of the Wind (Valle dei Venti), si possono scegliere delle diverse opzioni.
Il sentiero più corto, di circa 2.2 km arriva fino al primo punto panoramico Karu Lookout, salendo per una breve salita. La vista sulle pareti di roccia rossa è davvero molto bella.
Gli altri due sentieri che partono da questo punto panoramico arrivano entrambi a Karingana Lookout, ma uno è lungo 7.4 km, l’altro 5.4 km. Quando si arriva alla cima lo scenario è splendido e si osservano le pareti di roccia con le loro caverne con forme e dimensioni diverse.
Non sono sentieri difficili, ma il caldo e il sole cocente, rendono faticosa la camminata.
Portate con voi una buona scorta di acqua. Finita la camminata, torniamo verso il campeggio per consumare il pranzo: hamburger di manzo e di cammello.
Dopo ci dirigiamo a Kings Canyon, ma prima ci fermiamo a fotografare il Monte Conner, una montagna dalla cima piatta che si innalza dal terreno di circa 350 metri. Vicino si trova il Salt Lake, un vero spettacolo della natura!
Il nostro nuovo campeggio è a Kings Creek Station ed è ancora più spartano di quello precedente, inoltre prima di arrivarci, abbiamo fatto una sosta per raccogliere la legna per il falò di stasera, ci siamo fermati nel bel mezzo del nulla a tagliare legna!
I proprietari del campeggio hanno fondato un ente benefico per sostenere i bambini aborigeni, come viene illustrato con fotografie e articoli di giornali nell’emporio.
Questa sera la nostra cena è la tipica cena australiana: barbecue di salsicce e carne di canguro, accompagnata da patate schiacciate con burro e aglio, davvero buono…!
La stanchezza inizia a farsi sentire e non riusciamo a godere appieno del falò che abbiamo acceso. Ci sistemiamo i materassini e guardando le stelle ci addormentiamo!
3° Giorno: Kings Canyon, Giardino dell’Eden e Kings Creek
Il nostro ultimo giorno di avventura nell’outback inizia sempre presto, alle 5 siamo già in piedi a fare colazione, dobbiamo dirigerci a Kings Canyon nel Watarrka Park.
Il sentiero Kings Canyon Rim Walk è lungo circa 6 km e dopo una salita fatta di scalini (faticosa soprattutto per le alte temperature), la passeggiata diventa facile e regala scenari davvero belli.
Il sentiero costeggia il Canyon fino ad arrivare a dalle scalinate di legno che ti portano nel Giardino dell’Eden, una zona ricca di piante che circondano una piscina naturale, davvero molto suggestivo.
Riprendendo il sentiero il paesaggio è caratterizzato da rocce di forma a cupole.
Verso la fine del percorso, nel punto panoramico si può ammirare l’altezza del Canyon e tutta la valle, fate attenzione che non esistono ringhiere di protezione! L’altra passeggiata più corta è il Kings Creek Walk, costeggia il letto roccioso del torrente fino ad arrivare a una piattaforma rocciosa con vista sulla vallata del Canyon.
Torniamo verso il campeggio e consumiamo molto velocemente il nostro ultimo pranzo, perché nel frattempo è arrivato un altro bus a prenderci.
Salutiamo le guide ed i nostri compagni di viaggio e ritorniamo nel nostro ostello dove festeggeremo l’avventura con una buona bottiglia di vino australiano e una bella dormita in un letto comodo!
Cosa Portare
-2 bottiglie di acqua da 1.5l per persona;
-retina per coprirvi dalle mosche e insetti vari;
-crema solare;
-occhiali da sole;
-cappello;
-scarpe comode per camminare;
-infradito per le docce;
-vestiti leggeri e che non attirino la luce solare;
-sacca pelo, va bene di quelli estivi, se non lo avete lo potete sempre affittare in loco;
-batterie supplementari per i dispositivi elettronici, perché non sempre si riescono a caricare nelle prese elettriche.