Un tempo Punta del Diablo era un semplice villaggio di pescatori. Ora è meta di surfisti, ma questo non ha scalfito il suo fascino e quello spirito di avventura.
A differenza di Punta del Este, Punta del Diablo, non ha modificato il proprio aspetto. Le piccole case colorate (in alcuni casi vere e proprio baracche), il piccolo porto con i pescherecci, ma soprattutto le immense spiagge, non hanno subito grande variazioni.
Nel villaggio non esistono banche, ad eccezione nei mesi di Gennaio e Febbraio, quando il turismo tocca l’apice massimo. In questo periodo viene disposto un “cajero automatico”, che permette il prelievo di contanti, anche in dollari. L’unica soluzione se siete a corto di denaro contanti è di recarvi al Parco Santa Teresa.
A Punta del Diablo non esiste una vera e propria stazione degli autobus, comunque i collegamenti verso Chuy o verso la costa occidentale, sono garantiti dalle “parade” che si trovano nella via principale Santa Teresa oppure in Avenida San Martin, vicino al campo da basket.
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Il meglio di Punta del Diablo
Noi abbiamo avuto la fortuna di visitarla a metà Marzo, quando gli ostelli sono semivuoti, le strade deserte e i prezzi un po’ più bassi. L’aria che si respira in questo periodo è di pace e tranquillità, simile a Settembre/Ottobre delle località balneari italiani.
È piacevole camminare sulla spiaggia deserta, accompagnati dai cani randagi, sentendo la sabbia pizzicare le gambe e vedere i surfisti cercare di cavalcare l’onda perfetta…