Phan Don, che letteralmente significa 4000 isole, è il luogo dove, durante la stagione delle piogge, tra Laos e Cambogia, il Mekong raggiunge l’ampiezza massima del suo percorso.
Invece durante la stagione secca, il fiume si ritira, lasciando affiorare centinaia (o migliaia, se si contano anche le piccole lingue di sabbia) di isole e isolette.
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Quale isola scegliere?
Le isole principali dove si recano i turisti sono Khong, Det e Khon.
L’isola di Khong è la più grande di questo arcipelago ed è anche la più placida e rilassante. Con ogni probabilità, visto il numero elevato di viaggiatori stranieri che la popolano, qui si possono trovare i migliori resort, negozi e sportelli ATM.
Don Khon e Don Det sono le più frequentati dai backpackers, in quanto offrono la possibilità di dedicarsi a un gran numero di attività all’aperto, come kayak e tubing. Qui si trovano anche le guest house più economiche.
Nel corso degli ultimi anni, Don Det è diventata sempre più popolare tra i giovani viaggiatori, al punto che alcuni temono che quest’isola possa sottrarre a Vang Vieng il titolo di paradiso degli eccessi.
Noi abbiamo soggiornato a Don Det e in realtà noi non abbiamo trovato niente di tutto questo, sarà forse perchè c’erano pochi turisti, ma nell’isola regnava pace e tranquillità. Soprattutto a sud di Ban Hua Det, dove le guesthouse tendono a diminuire, lasciando gradatamente spazio alle classiche immagini di vita rurale con pescatori, coltivatori di riso, tessitori, bufali e palme da zucchero.
Le maggiori attrazioni si trovano nell’isola gemella di Don Det a Don Khon, che si può raggiungere facilmente in bicicletta oppure come abbiamo fatto a noi, a piedi.
Don Khon
Per raggiungere Don Khon, bisogna attraversare il ponte francese e pagare la tassa di 35.000 LAK p/p valida per una giornata, la quale comprende anche le cascate di Tat Somphamit.
Vecchia locomotiva francese
Appena oltrepassato il ponte si osserva una vecchia locomotiva arrugginita e dei cartelli che rievocano le fasi salienti della storia dell’isola e di questa ferrovia. Costruita dai francesi verso la fine del XIX sec. per trasportare le merci da un’isola all’altra superando le rapide e le cascate del Mekong.
Dopo la fine della seconda guerra mondiale e l’inaugurazione della strada n° 13 la ferrovia fu dismessa e buona parte dei binari rimossi.
Wat Khon Ta
Riprendiamo il sentiero principale e prima di visitare osserviamo il tempio Wat Khon Ta dove due placide mucche si riposano all’ombra.
Cascate Tat Somphamit
Le cascate Tat Somphamit, che si trovano a circa 1,5 km ad ovest del ponte francese, sono conosciute anche con il nome Li Phi che significa trappola degli spiriti e si riferisce al fatto che la gente del posto sia fermamente convinta che il ruolo di queste cascate consista nell’intrappolare gli spiriti cattivi (di persone e animali morti) che scendono lungo il fiume. Tra una cascata e l’altra l’acqua ribolle in maniera vorticosa, anche durante la stagione asciutta.
Le cascate si trovano in un parco ben tenuto e curato, dove si osservano i pescatori avventurarsi in acqua per svuotare le grandi nasse di bambù, utilizzate per prendere i pesci. Ovviamente in questa zona è altamente sconsigliato fare il bagno per le correnti molto forti.
Li Phi
Da qui parte un sentiero che porta alla spiaggia sabbiosa di Li Phi e a una piccola piscina naturale, dove peraltro non vedrete mai la gente del posto fare il bagno, visto che per loro venire a contatto con gli spiriti significa sfidare il destino.
Noi abbiamo semplicemente bagnato i nostri piedi, diciamo che il colore dell’acqua marrone non invita sicuramente a fare il bagno o altre attività…
Cascate Don Pa Soi
Ritorniamo vicino al ponte francese per prendere un altro sentiero che costeggia le risaie per visitare le altre cascate: le Don Pa Soi che si trovano sulla sponda opposta. Prima di arrivare si passa su vari ponticelli in legno tra cui uno sospeso.
Le cascate sono più piccole rispetto alle altre, ma anche qui si trovano varie trappole per i pesci, realizzate con canna di bambù.
Ritorniamo indietro verso la nostra guest house per riposarci e goderci la nostra amaca che si affaccia sul fiume Mekong. Qui alle 4000 isole si viene anche per questo, per godersi il dolce far niente!
Il ritmo della vita alle 4000 isole scorre molto lentamente. Camminando fra i sentieri, si osservano le donne lavorare nelle risaie, uomini arare la terra con i buoi e bambini giocare col fango. Le donne e gli uomini più anziani si riposano all’ombra, sdraiati sulle amache…!